ASCO 2021: profilo di sicurezza delle ossa diverso fra inibitori dellaromatasi steroidei e non steroidei

Attualmente sono disponibili diverse opzioni terapeutiche per mantenere la salute delle ossa nelle pazienti sottoposte a terapia con IA. I due principali trattamenti farmacologici prevedono l’impiego di bisfosfonati o di anticorpi monoclonali diretti contro RANKL (Receptor Activator of Nuclear factor Kappa-B Ligand) ovvero il denosumab. I bisfosfonati comprendono una varietà di sostanze come l’acido zoledronico o l’acido ibandronico, approvate rispettivamente per il trattamento dell’osteoporosi e delle metastasi ossee. La consistente riduzione dei livelli di testosterone in circolo, necessaria per contrastare la crescita delle cellule tumorali, si può ottenere grazie a specifici farmaci oppure con un intervento di orchiectomia bilaterale. Questo tipo di trattamento viene utilizzato anche qualora si presenti una recidiva della malattia dopo un trattamento loco-regionale chirurgico o radioterapico.

Attualmente viene utilizzato nell’uomo per
trattare l’ipogonadismo secondario, la ginecomastia e l’ipertrofia prostatica. Non necessariamente gli effetti collaterali menzionati compariranno in tutti i pazienti che ricevono l’exemestane. Va, inoltre, tenuto presente che gli effetti collaterali possono variare se il trattamento è effettuato, anziché con un solo preparato, con una combinazione di farmaci. I Profili Farmacologici sono schede che danno informazioni sintetiche sui farmaci antitumorali, sul modo in cui essi si somministrano e sugli effetti collaterali cui possono dare adito. È consigliabile leggere questa scheda insieme al libretto Il cancro della mammella (La Collana del Girasole), che fornisce informazioni più dettagliate e anche alcuni consigli, inserendo così il farmaco nel contesto della patologia per la quale è più frequentemente usato. La terapia a base di anastrozolo può causare un aumento dei livelli ematici di colesterolo, per questo è necessario un costante monitoraggio della colesterolemia per tutta la durata della chemioterapia.

Quanto dura il trattamento

Il testosterone stimola la replicazione delle cellule tumorali della prostata legandosi a specifici recettori che si trovano sulla superficie delle cellule stesse. Gli antiandrogeni sono farmaci che bloccano l’interazione tra l’ormone sessuale maschile e questi recettori, inibendo così la crescita del tumore. Provocano meno disturbi di erezione, ma più dolore a livello mammario rispetto agli agonisti dell’LHRH. Possono essere associati ad altri medicinali o nelle prime fasi di trattamento per ridurre l’effetto provocato dal temporaneo aumento della produzione di androgeni (flare-up), oppure per tutta la durata del trattamento per potenziarne l’effetto (blocco androgenico totale).

La somministrazione concomitante di tamoxifene e anastrozolo deve essere evitata, poiché il tamoxifene può ridurre l’efficacia terapeutica dell’anastrozolo. L’anastrozolo non dev’essere somministrato contemporaneamente a estrogeni, perché questi ultimi possono causare una riduzione dell’attività dell’anastrozolo stesso. È necessario informare il medico qualora si stiano assumendo farmaci analoghi dell’LH-RH (fattore di rilascio dell’ormone luteinizzante), cioè farmaci che agiscono inducendo una menopausa farmacologica. Fra questi farmaci, ricordiamo gonadorelina, leuprorelina, buserelina, goserelina, leuprorelina e triptorelina.

  • Livelli troppo alti di estrogeni sono però pericolosi anche nella donna, essendo questo un noto e documentato fattore di rischio per numerose forme di cancro al seno.
  • Viene utilizzato sempre in combinazione con lo steroide (prednisone o prednisolone) per ridurre gli effetti collaterali quali ipertensione, ritenzione idrica o ipopotassiemia.
  • Attraverso una serie di esperimenti virtuali hanno elaborato delle predizioni su alcune classi di molecole, poi verificate nei laboratori dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano.

I medici di base e gli specialisti devono considerare la valutazione di routine della depressione e dell’insonnia nelle pazienti affette da tumore mammario trattate con inibitori dell’aromatasi. Il farmaco è un inibitore selettivo di due proteine chiamate chinasi ciclina-dipendente 4 e 6 (CDK-4/6). Queste proteine, quando vengono iperattivate, possono consentire alle cellule tumorali di crescere e di dividersi in modo eccessivamente rapido. L’anastrazolo è un inibitore dell’aromatasi usato nel trattamento del carcinoma al seno, commercializzato come Arimidex.

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Per quanto riguarda l’uso del PCT, alcuni lo tenteranno e può avere un effetto positivo, ma generalmente non è raccomandato. Lo scopo principale di un piano PCT è quello di stimolare la produzione naturale di testosterone al fine di proteggere il tessuto muscolare magro, tenere sotto controllo il grasso corporeo e promuovere un migliore stato di salute. Tuttavia, lo scopo generale è la normalizzazione, che non può essere raggiunta quando si utilizza anastrozolo post ciclo a causa della straordinaria riduzione degli estrogeni. Sebbene alti livelli di estrogeni possano essere problematici, alcuni sono necessari per una corretta funzione corporea, soprattutto per quanto riguarda il sistema immunitario e la salute cardiovascolare. Per l’utente di steroidi anabolizzanti, l’IA deve essere salvata per l’uso in ciclo con SERM utilizzato per PCT. Nell’uomo e nella post-menopausa, invece, questi ormoni sono prodotti in gran parte dalla conversione periferica degli androgeni ad opera dell’aromatasi.

Farmaco che blocca l’aromatasi, enzima in grado di trasformare sostanze ormonali non estrogeniche (androgeni) in estrogeni. Questo blocco comporta la riduzione della quantità di estrogeni in circolo, e di conseguenza una riduzione dello stimolo proliferativo nelle cellule tumorali. Il miglior uso degli inibitori dell’aromatasi nelle donne in premenopausa potrebbe essere in coloro che presentano una “malattia ad alto rischio”, ha detto, come quelli con tumori più grandi o più coinvolgimento dei linfonodi. “In conclusione, è importante tenere conto anche degli effetti collaterali prima di prescrivere la terapia ormonale alla singola paziente ed è altresì importante che la paziente si confronti periodicamente con l’oncologo”, ha concluso la dottoressa De Sanctis.

Questo dato sottolinea l’importanza della riduzione della qualità oltre che della quantità dell’osso con queste terapie. Nelle donne terapia adiuvante con farmaci inibitori delle aromatasi (AI) per il controllo del carcinoma mammario è elevato il rischio di osteoporosi. Questi sintomi possono essere causati https://www.canadaimoveis.net/steroidi-l-approccio-di-sascha-huber/ dalla mancanza di estrogeni nel corpo dovuta al trattamento con il farmaco. Questi effetti collaterali, di solito, si presentano in forma lieve e scompaiono dopo qualche tempo. Se, però, i sintomi si presentano in forma severa e/o persistono è necessario informare l’oncologo che deciderà come procedere.

Aromatasi

Una volta che il cancro si è attenuato, non è raro che Nolvadex venga introdotto per tenere a bada il cancro. Per l’utente di steroidi anabolizzanti, gli effetti di anastrozolo sono molto apprezzati nella sua capacità di proteggere dagli effetti collaterali correlati estrogenici. Molti steroidi anabolizzanti hanno la capacità di promuovere effetti collaterali estrogenici dovuti all’interazione dell’ormone testosterone con l’enzima aromatasi. Quando si verifica l’aromatizzazione, i livelli di estrogeni aumentano e questo può portare a ginecomastia e ritenzione idrica in eccesso.

“L’approvazione europea” – si legge in una nota dell’azienda – “si basa sulla superiore efficacia e sulla comprovata sicurezza di ribociclib + letrozolo rispetto a letrozolo in monoterapia nello studio registrativo di fase III Monaleesa-2”. Molti tumori del seno hanno sulla superficie delle loro cellule recettori per gli estrogeni, per il progesterone o per entrambi. Per verificare tale condizione, si effettua un esame istologico sul materiale prelevato nel corso di una biopsia o dell’intervento chirurgico, Se i recettori sono effettivamente presenti, si dice che il tumore è positivo per i recettori degli estrogeni (ER+) e/o per quelli del progesterone (PR+). Ciò significa che gli ormoni sessuali femminili stimolano la crescita della massa tumorale, e che quindi la terapia ormonale è indicata. Questo tipo di trattamento non viene preso in considerazione se il tumore non presenta i recettori (ed è quindi detto “negativo” per questi due fattori).

Viene somministrata per iniezione intramuscolare, di solito nei glutei, o sottocutanea, nell’addome, ogni 4 o 12 settimane. Inibendo la sintesi di estrogeni provoca tutti i sintomi da deprivazione tipici della terapia ormonale. Viene somministrata per iniezione intramuscolare, di solito nei glutei, o sottocutanea, nell’addome, ogni 4, 12 o 26 settimane. I medici valutano nei singoli casi, sulla base di diversi fattori, quale approccio seguire, quale farmaco usare o quando eventualmente sostituire un farmaco con un altro, per esempio se si osserva una scarsa risposta da parte del tumore. La seguente scheda riporta una sintetica spiegazione rivolta e dedicata al paziente per spiegare l’utilità e gli effetti salutari di questo tipo di trattamento integrativo oncologico. Le informazioni contenute su questo sito web e sugli altri siti del network NonSoloFitness, sono disponibili esclusivamente a scopo divulgativo e non possono ritenersi in alcun modo una consulenza professionale.

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Ciò si rivelerà molto utile per numerosi malati di cancro al seno ed estremamente prezioso per molti utilizzatori di steroidi anabolizzanti. Sono stati pubblicati diversi studi che hanno affrontato in modo specifico gli effetti della IA sullo scheletro. Uno studio ha rilevato che, dopo cinque anni di trattamento con anastrozolo, si è verificata una perdita ossea del 6,1% nel tratto lombare della colonna vertebrale e del 7,2% all’anca. Al contrario il tamoxifene ha mostrato un effetto protettivo osseo con un aumento della densità minerale ossea (BMD) rispettivamente del 2,8% e dello 0,7%. In seguito alla cessazione della terapia con anastrozolo, è stato riportato un parziale recupero della BMD alla colonna vertebrale, ma non all’anca.